domenica 10 ottobre 2010

EGITTO: Sharm El Sheik


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Aprile 2004. Siamo appena entrati in primavera, ma l’inverno non ci ha abbandonato del tutto, così decidiamo di concederci una piccola vacanza cercando il sole ed il caldo.
Niente di particolare: una settimana a Sharm.
Hotel molto bello, pochi km. a nord di Naama Bay; si esce e siamo direttamente sulla spiaggia che è molto grande, con un corner di villaggio tutto italiano.
La barriera corallina è a meno di cento metri e si raggiunge con un comodo pontile. Mare stupendo, acqua limpida, anche se un poco freschina e migliaia di pesci di tutti i colori e di tutte le dimensioni che ci hanno avvolto già dal primo tuffo.
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La vacanza è una classica “arrostirsi, fare snorkelling, animazione, mangiare e qualche escursione”. Ed è proprio di queste che voglio raccontare.

Ne abbiamo fatte tre: la classica motorata nel deserto; l’ascensione del monte Sinai, bella ed impegnativa; la visita ed snorkelling nel parco nazionale di Ras Mohamed.

Dopo tre giorni di dolce far niente (per modo di dire), ci decidiamo a prenotare motorata e monte Sinai. Purtroppo per necessità dobbiamo farle stesso giorno, così si preannuncia una giornata molto dura: ore 17:00 inizio motorata; ore 20:00 – 20:30 rientro; ore 23:00 partenza pulman per il monte Sinai.

Iniziamo a prendere confidenza con i quad, né io, né Gino e neppure Mau li abbiamo mai guidati. Comunque dopo poche spiegazioni e qualche centinaio di metri percorsi lentamente, si rivelano manovrabilissimi.

Ci copriamo per bene la testa e il viso, per non mangiare troppa polvere e via… Anche i passeggeri, Tami, Maria e la ragazza di Mau si divertono da matti. Facciamo una prima sosta a The EcoTemple, una specie di bazar dove si vendono i soliti ninnoli. Poi si riparte ed intanto scende il buio, quasi di colpo, come succede nel deserto, e diventa tutto ancora più affascinante, con le ombre delle montagne ai lati e la pista illuminata dai fasci di luce dei fari.

Nuova sosta per il tradizionale tè nel deserto sotto la tenda beduina (sic!), al lume di candele poste dentro bottiglie di plastica tagliate, alcune delle quali fungono anche da contenitori dello zucchero, tanto che è meglio prenderlo amaro il tè, ma sono solo dettagli.

Rientriamo molto soddisfatti. E’ un’escursione che ci sentiamo di consigliare a chi si reca in una località di mare in Egitto. Può sembrare un classico “acchiappaturisti”, ma invece, oltre che ad essere divertente, permette di vedere luoghi dell’interno molto belli.


Rientriamo in hotel quasi alle 21:00. Facciamo appena in tempo a cenare, fare una doccia e cambiarci che già saliamo sul pulman.
Arriviamo ai piedi del monte Sinai dopo l’una e iniziamo a salire. Dovremo andare su tutta la notte, per circa 8 km., su di una mulattiera, anzi cammelliera, tornante dopo tornante.
Tami dopo poche centinaia di metri decide di salire su di un dromedario e per chi non è allenato, è la soluzione migliore, per pochi euro.
Mau e Lisa non sono voluti venire, hanno preferito andare l’indomani all’isola di Tiran per cercare di vedere i delfini.
Io, Gino e Maria ce la facciamo tutta piedi. Il buio è intenso, ma lo spettacolo che ci offre la teoria di gente che sale (saranno diverse migliaia), ognuno con una torcia elettrica in mano, è fantastico. Sembra un infinito serpentone luminescente, visto dall’alto.
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Arriviamo sulla vetta pochi minuti dopo le sei, appena in tempo per vedere l’alba e il sole che sorge. Ci è costato fatica, ma siamo ripagati dallo spettacolo e dall’atmosfera che si respira.

Iniziamo a scendere e con il sole che picchia a me sembra che la strada sia più lunga che a salire. Comunque arriviamo al Monastero di Santa Caterina e ne facciamo visita.
Peccato ci sia troppa gente e che non ci si possa godere il fascino particolare che suscita questo luogo perso nel deserto fra le montagne.

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È stata una nottata faticosa, anche se di un’esperienza unica, così per tutto il non facciamo altro che pisolare sotto il sole, o all’ombra quando picchia troppo e solo nel tardo pomeriggio vado a vedere un po’ di pesci sulla barriera.
Mau e Lisa sono tornati, ma non hanno avuto fortuna, il mare era agitato e niente delfini, così anche loro si immergono facendomi compagnia.

Andiamo avanti nella vacanza, una sera ci rechiamo a Naama Bay; prendiamo un taxi e spendiamo veramente poco, in sei ce la caviamo con 5 euro, non solo, ma prendiamo appuntamento e ci viene anche a riprendere all’ora stabilita, puntualissimo e gentilissimo. Pensate che ha voluto essere pagato solo al ritorno. Se vi dovete spostare, il taxi è molto conveniente. Altre sere restiamo al villaggio dove c'è sempre uno spettacolo e un piccolo bazar.
Durante il giorno ci lasciamo coinvolgere dagli animatori, soprattutto Tami si diverte da pazzi a fare scuola di ballo.

L’ultimo giorno utile facciamo l’escursione a Ras Mohamed. Ci fermiamo per strada e noleggiamo una muta da sub, per poter stare di più in acqua. Consigliamo a chi la possiede di portarsela, perché l’acqua, almeno ad aprile, non è molto calda. Il parco è notevole, con la sabbia del deserto che finisce nel mare trasparente e con la barriera corallina a meno di 10 metri dalla riva.
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Ci sono tantissimi pesci ed è un tripudio di colori e di vita. Restiamo in acqua tantissimo e solo quando l’accompagnatore ci richiama usciamo.

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La mattina seguente, abbiamo ancora il tempo di prendere un po’ di sole e farci un bagno, poi non ci resta che rientrare in Italia.



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Note: Sharm e dintorni; rapporto qualità prezzo = ottimo. Sembra di essere ai tropici, ma sono solo due ore di volo. Barriera corallina stupenda. Mau è stato alle Maldive, ma ha detto che a Sharm è migliore. Consigliato a tutti, anche a chi non sa nuotare, si può fare snorkelling con un giubbetto salvagente vicino alla barriera corallina e si vedono milizia di pesci egualmente.

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FINE


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